Piscina e burocrazia

Piscina e burocrazia: come agire

È fatta, siamo decisi , abbiamo scelto la tipologia che più ci interessa, siamo pronti a prendercene cura… e adesso?
Cosa bisogna fare?

Ci sono moltissime cose a cui bisogna pensare.

Se la piscina è interrata o seminterrata bisognerà sicuramente affrontare qualche adempimento burocratico spesso più lungo e noioso della realizzazione della piscina stessa.

Vista la crescente domanda, fortunatamente le procedure per realizzare una piscina interrata si sono snellite è così anche la documentazione necessaria per dare il via ai lavori. Occorre innanzitutto sottolineare che l’accordo Stato-Regioni su questa materia è stato recepito da ogni ente in maniera diversa, non solo a livello regionale ma addirittura a livello comunale. Può capitare quindi che due Comuni confinanti abbiano procedimenti diversi.

Un aspetto molto importante da valutare all’inizio è accertarsi che non vi siano dei vincoli sul proprio terreno e nella propria zona: da quelli paesaggistici a quelli idrogeologici, o di confine, per non parlare del Piano Regolatore. Ad ogni modo, non è possibile iniziare nessun tipo di intervento senza essere in possesso del permesso, che coinvolgerà sia il committente – ossia il proprietario della piscina – che il costruttore che, in mancanza di tali autorizzazioni, ne risponderanno penalmente davanti alla legge.

Quali autorizzazioni sono necessarie per l’istallazione della piscina?

Bisogna sempre considerare che una struttura che sia in parte o totalmente interrata diventa a tutti gli effetti parte integrante dell’immobile, in quanto richiede uno scavo e una parte, seppur minima, di lavori di muratura. Per non parlare delle problematiche relative ad un’eventuale rimozione. La cassazione penale definisce la materia dichiarando che i lavori di costruzione edilizia si riferiscono a quelle opere che trasformano in modo durevole il paesaggio, sia che si elevino sopra il livello del suolo, sia che siano in tutto o in parte interrate. (Cassazione Penale Sez. III, 29 novembre 2000, n. 12288).

Permesso di Costruire oppure D.I.A.?

Come accennato la situazione varia da regione a regione. Il Testo Unico dell’Edilizia lascia al Comune un margine di azione alquanto vasto. I fattori che vengono valutati a tal fine sono la dimensione della piscina, l’impatto ambientale, il fatto che la piscina sia coperta o scoperta.
Il permesso per realizzare la piscina, detto anche titolo edilizio, potrebbe quindi essere indispensabile. In questo caso l’aspetto burocratico potrebbe risultare leggermente più complesso e sarà il tecnico comunale a spiegare cosa fare e come.

Mentre in passato era spesso sufficiente una D.I.A. (Denuncia Inizio Lavori), adesso nella maggior parte dei casi è necessario il permesso di inizio, perché l’installazione di una piscina comporta una trasformazione del suolo.
Riguardo alla trasformazione del suolo, può considerarsi valida la norma secondo cui “sono subordinati al preventivo rilascio del permesso di costruire, non soltanto gli interventi edilizi in senso stretto, ma anche gli interventi che comportano la trasformazione in via permanente del suolo non edificato” (Cass. pen. Sez. III, 27-01-2004, n. 6930). In applicazione al principio riportato, la Corte ha ritenuto compiuto il reato edilizio nella trasformazione di una modesta area (circa mq.70) da agricola a parcheggio per autovetture mediante la messa in opera di ghiaia.
È ovvio che se la casa o la struttura sono già oggetto di costruzione o ristrutturazione e sono già attivi i permessi, non è necessario richiederne altri.
In generale il Permesso di Costruire va richiesto quando non puoi presentare la D.I.A., Denuncia di Inizio Attività

La Denuncia di Inizio Attività ( DIA)

Con questo documento si possono fare opere non riconducibili ad attività di edilizia libera o al Permesso di Costruire; devono essere però conformi alle previsioni degli strumenti urbanistici (piani regolatori), dei regolamenti edilizi e della disciplina urbanistica vigente.
È un documento che entro 30 giorni dalla sua presentazione conferisce il titolo abilitativo per iniziare a costruire, acquistando così lo stesso valore del Permesso di Costruire.
Rientrano nell’ambito della DIA gli interventi pertinenziali che comportino la realizzazione di un volume pari o inferiore al 20% del volume dell’edificio principale, a meno che le norme tecniche degli strumenti urbanistici, in relazione alla zonizzazione e al pregio ambientale e paesaggistico delle aree, non li qualifichino come interventi di nuova costruzione.

L’Autorizzazione Edilizia

Il Permesso di Costruire è quindi necessario quando il volume da realizzare sia superiore al 20% di quello dell’edificio principale, oppure quando le norme tecniche degli strumenti urbanistici considerano gli interventi pertinenziali “interventi di nuova costruzione”, per il particolare pregio ambientale della zona.
E’ il passaggio più ostico ma abbiamo visto che ad oggi è difficilmente richiesto e sempre più spesso si riesce a far tutto con la DIA. Comunque nei provvedimenti comunali sono indicate le eventuali “opere soggette ad Autorizzazione Edilizia” e per cui va richiesto questo documento. È comunque buona norma rivolgersi sempre all’Ufficio Tecnico del comune di residenza o nel quale desideri costruire la piscina e verificare quali permessi servono. Rivolgendovi a ad un servizio professionale ed esperto come quello di REL-LUX, potrete contare su un’assistenza completa anche per la pratiche più noiose.

CONTATTACI

Scrivici per avere informazioni
ed ottenere un progetto gratuito

eBook Piscina Sicura
Ebook gratuito

Quale piscina?

Guida all'acquisto consapevole

Scopri come trasformare il suo sogno in realtà evitando di perdere tempo e denaro con soluzioni inadatte alle tue necessità.